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Le incisioni all’acquaforte del Parmigianino

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Le incisioni all’acquaforte del Parmigianino.

Francesco Mazzuola detto il Parmigianino è una figura di rilievo nella storia dell’incisione. Vi è entrato con il merito di aver perfezionato la tecnica artistica dell’acquaforte. Dandole una vera fisionomia.

Metodo di cui non fu l’inventore. Anche se tradizionalmente gli è attribuito questo merito.

È corretto invece affermare che nella penisola italiana fu il primo artista a fare di questa tecnica un uso artistico.

Il metodo dell’incisione all’acquaforte prevede una partenza cospargendo la lastra metallica da incidere con uno strato di cera o vernice bitumosa. Entrambe sostanze inintaccabili dagli acidi.

Su questo strato si realizza il soggetto che si desidera incidere. Il disegno avviene per mezzo di una punta in acciaio. Il passaggio dell’estremità appuntita rimuove la copertura. Lasciando un solco scoperto. Nel quale il metallo della base rimane a vista.

La lastra disegnata è immersa in un mordente. A questo scopo usualmente è impiegato l’acido nitrico. Elemento chimico anticamente chiamato acquaforte.

L’azione aggressiva di questo liquido consuma il metallo. Non aggredendo le aree coperte dalla vernice.

A corrosione avvenuta. Dopo aver asportato la protezione. Si ottiene la lastra pronta ad essere inchiostrata e stampata.

L’acquaforte si presenta come un procedimento rapido e immediato.

Affermazione che prende corpo dal raffronto con il modo di operare l’incisione con la tecnica del bulino. Nella quale la figura è eseguita con il maneggio di una sottile punta in acciaio fissata su un manico. Uno strumento da adoperare sulla lastra da incidere con lentezza e pazieza. 

Francesco Mazzuola nasce a Parma l’11 gennaio 1503. Muore a Casalmaggiore in provincia di Cremona il 24 agosto 1540. Ebbe una vita breve ed intensa.

A Roma conobbe l’incisore Marcantonio Raimondi. Dal quale con buona probabilità apprese le pratiche dell’incisione e vide l’uso degli acidi.

Al ricorso a queste sostanze e al  perfezionamento della loro tecnica d’uso dedicò tutto il suo tempo. Spinto dal desiderio di poter incidere l’intero disegno con l’ausilio di mezzi chimici.

Allontanandolo dallo studio della pittura a favore dell’alchimia. Spianando a colpi di martello il rame per realizzare le matrici.

Le incisioni all’acquaforte del Parmigianino conosciute presentano tutte una costruzione del soggetto per mezzo di una linea libera.

La punta metallica si muove in maniera disinvolta sulla vernice resistente all’acido che copre la lastra. Con questo gesto realizza un vero e proprio disegno.

Dove i contorni sono realizzati con segni sottili che formano reticoli irregolari e forme aperte.

Concentra la luce sulle zone del soggetto realizzate in bianco. Mettendo il chiarore in contrasto alle zone d’ombra. Contemporaneamente fissando i volumi.

Si presentano con qualche difetto nella morsura.

Il Bartsch cataloga quindici sue stampe. Altri studiosi variano di molto questo numero. Arrivando ai quarantadue fogli selezionati dal Le Blanc. Un aumento dovuto all’inclusione delle incisioni segnate con il monogramma F.P.

 

Le stampe di Stefano Della Bella

Stefano Della Bella incisore

Andrea Mantegna incisore

 

Nell’immagine. Parmigianino. Gli amanti. Acquaforte. Puntasecca. mm 145×102. H. Zerner, The Illustrated Bartsch 32. New York, 1979. p. 20, n. 14 (14).