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Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO Seconda edizione ampliata e corretta

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Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO Seconda edizione ampliata e corretta.

Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO Seconda edizione ampliata e corretta.

Dopo la messa in linea del testo e delle immagini della prima edizione dell’opera di Pier Luigi Ighina intitolata LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO concludo questo omaggio alla figura dell’autore proponendo il testo integrale della seconda edizione dello stesso titolo.

Con questo ulteriore contributo è disponibile la lettura del contenuto completo dei due libri redatti da Pier Luigi Ighina. Nei quali descrive la scoperta e la teoria dell’atomo magnetico.

Questa seconda edizione è data alle stampe ampliata e corretta. É impressa nel 1960.

Il testo del libro è diviso in due parti.

La prima parte di questa seconda edizone ripropone il testo presente dell’edizione del 1954.

Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO Prima edizione 1954.

Di seguito il testo completo della seconda parte della seconda edizione riveduta e corretta.

La seconda parte è tutta originale e di seguito interamente riprodotta.

 

Un ringraziamento alla signora Teresita e al signor Giulio, figli di Pier Luigi Ighina, per aver permesso la pubblicazione integrale del testo.

 

Laboratorio Pier Luigi Ighina Via Romeo Galli n 4 Imola.

LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO Con n 21 figurazioni.

Imola. Editrice Galeati. 1960.

 

LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

PARTE I. TEORIA.

Ho già fatto stampare nel gennaio 1954 un opuscoletto intitolato La scoperta dell’atomo Magnetico.

Questo forma la prima parte di questo libro. Ciò perché serva di maggior spiegazione degli esperimenti eseguiti in laboratorio. Circa le parti occorrenti alle costruzione dei microscopio lenticolare e del regolatore delle vibrazioni degli atomi e di altre varie costruzioni.

Tutta la parte di testo che segue questa nota è identica sia nell’edizione del 1954 che in quella del 1960.

In questa seconda edizione occupa le pagine fino alla 46.

Link al testo del libro di Pier Luigi Ighina intitolato LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO

Da questo punto in avanti lo stampato è presente solo nella seconda edizione ampliata edita nel 1960.

PARTE II. TECNICA.

A seguito di quanto detto in precedenza. Il 24 Dicembre 1954 alle ore 9 di mattina ebbi la gradita sorpresa di avere una visita di due professori dell’Ateneo di Bologna. Precisamente il prof. Angelo Minguzzi e il prof. Valdrè inviati dal prof. Puppi direttore dell’ateneo di Bologna.

Le dichiarazioni del prof. Puppi a mio riguardo sono le seguenti:

Non escludo che nel campo dell’agricoltura l’Ighina possa essere giunto a qualche risultato, Ne escludo l’esistenza di quell’atomo magnetico che è origine della scoperta dell’Ighina.

Aggiungo che I’atomo magnetico esiste ed è universalmente riconosciuto dalla scienza, ma non tutti gli atomi sono magnetici. D’accordo, ma tutti hanno il loro momento magnetico.

A proposito della possibilità di riprodurlo fotograficamente. Affermo: non è possibile con mezzi ordinari fotografare l’atomo nelle sue strutture.  Occorre per far ciò un’apparecchiatura che un privato non può avere. E’ noto che si riproducono mutazioni sostanziali anche nelle specie biologiche.

É possibile quindi che quanto afferma l’Ighina a proposito delle trasformazioni di piante da frutta risponda a verità.

Cosi invece non è a proposito delle vantate applicazioni nucleari.

Le scoperte, oggi, si fanno con sacrifici enormi impegnando migliaia di scienziati in tutto il mondo. Non è certo possibile che un uomo da solo. Senza il conforto di apparecchi costosissimi e l’esperienza di allievi e maestri che lavorino per lui o in collegamento con lui. Possa arrivare a sensazionali scoperte. A meno che non si tratti di un altro Fermi. Ma lo conosceremmo già.

Dichiarazioni prelevate dal giornale Il Resto del Carlino. Del 24 dicembre 1954.

Dalle dichiarazioni sopra indicate molti professori delle Università d’Italia mi mandarono parecchie lettere. Su per giù sullo stile che cito ora in una delle tante lettere.

Egregio sig. lghina. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Ho letto con molto interesse la sua pubblicazione dove registra e spiega le sue esperienze. Mi sono convinto sempre più della serietà ed importanza delle sue scoperte. Ho voluto anche rileggere gli articoli del Il Resto del Carlino. Mi ha molto sorpreso che fra le dichiarazioni del Prof Puppi ci sia questa: l’atomo magnetico esiste ed è universalmente conosciuto dalla scienza.

Io insegno matematica e fisica e non sono profano di fisica nucleare. Confesso non ho mai avuto conoscenza dell’atomo magnetico se non dopo la lettura del suo pregiato volumetto. Per cui la priorità della scoperta spetta a lei ed a lei soltanto. Questo è da dichiarare se si vuol essere onesti.

Macerata li 19 Gennaio 1955.

Per quanto afferma il prof. Puppi che non è possibile che un uomo da solo possa riuscire senza apparecchi costosissimi e senza aiuti di maestri.

Io posso dargli ragione. Se non avessi notato che gli studiosi hanno dimenticato nelle loro esperienze di prendere in considerazione una materia. Per me di vitale importanza nel complesso degli studi. Materia che mi meravigliava non fosse stata pressa subito in considerazione.

Da anni e precisamente dal 1926 la mia attenzione si è fissata sul campo magnetico della terra. Avevo notato una grandissima influenza sulla vitalità umana, vegetativa, sulla formazione della materia.

Relazioni e studi fatti pervenire nel 1928 all’Istituto Nazionale Scienze ed Invenzioni a Roma. Ebbero come risposta che i miei studi erano destituiti da qualsiasi fondamento rispetto alle leggi fondamentali e quindi non erano considerati accettabili.

Ma dovetti in seguito constatare che quanto asserivo circa l’atomo magnetico veniva dagli scienziati adoperato nelle varie fasi degli studi nucleari.

L’importanza che può avere il campo magnetico negli studi nucleari è constatabile nei seguenti effetti: lo vediamo adoperare per accelerare gli elettroni, lo stesso nome lo comprova: Magnetrone, nell’apparecchio del Rutherford, per l’esame dei nuclei dei corpi gassosi, nell’effetto comptom (fotoni ad elevata energia da una radiazione elettromagnetica; nel microscopio elettronico, ed in tutti i casi sperimentali nei quali si adoperano sempre campi magnetici.

Ultimamente si a potuto constatare che il neutrone ha una carica negativa ma magnetica. I grandi calori delle reazioni nucleari sono trattenuti con flussi di campi magnetici. Ciò vuol dire, allora, che questi campi magnetici contengono preziosissime sostanze superiori a tutte le reazioni nucleari se loro stessi sono i creatori di queste reazioni.

Che cosa si deve dire allora delle reazioni nucleari di madre natura?

Come avvengono le trasformazioni delle materie per mezzo della natura?

Ne citerò una fra le tante. Vediamo come avviene la formazione dell’elettricità delle nuvole.

La condensazione della evaporazione delle acque va in alto e per mezzo della corrente d’aria fa girare questi gas attorno alla terra. Avviene che le rotazioni di questi gas passando tra il polo nord e il polo sud (polì magnetici della terra) questi poli eccitano gli atomi dei gas e li elettrizzano (eccitazione atomica positiva), ma un secondo strato più basso, con corrente d’aria contrarla, fa girare attorno ai due poli magnetici della terra nel senso contrario il secondo strato di gas eccitando questi atomi (eccitazione atomica negativa); quando le due eccitazioni sono al massimo si attraggono fra di loro e creano reazioni nucleari. Queste reazioni nucleari trasformano la materia da gas in acqua (H2O).

Queste prove sono effettuate nel mio laboratorio con i risultati sopra indicati.

Questa dimostrazione comprova che il campo magnetico è la parte principale di tutte le reazioni nucleari. Non si sono mai domandati gli studiosi se togliendo il campo magnetico del nostro globo terrestre la vita e la trasformazione possa ancora sussistere? Io affermo di no, perché esperienze fatte da me mi comprovano che nel campo magnetico sussiste un atomo il quale è promotore di tutti gli atomi esistenti sul globo terrestre e se questo atomo dovesse mancare non avverrebbe più la trasformazione della materia e cesserebbe qualsiasi vitalità. Ho scritto questo libro per descrivere gli esperimenti che io ho eseguito per dar modo agli studiosi di constatare personalmente la verità di quanto asserisco.

Microscopio lenticolarePier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Non mi perderò nel descrivere come sono riuscito ad arrivare a questa o a quella prova per brevità e per miglior chiarezza.

Avevo notato che per esplorare i vari componenti della natura occorrevano microscopi potentissimi. Malgrado fossi andato nelle principali fabbriche italiane ed estere di lenti, specie quella della Zeiss, non mi fu possibile ottenere da queste fabbriche miglioramenti di ingrandimenti microscopici lenticolari. Questo fatto avvenne tra il 1928 ed il 1932. Decisi allora di studiare in stesso la possibilità di migliorare questi ingrandimenti. Dopo alcuni anni riuscii ad osservare che ruotando le lenti degli obiettivi ed oculari di un microscopio ad una determinata velocità potevo ottenere l’annullamento delle rifrazioni delle lenti del microscopio stesso ed incidendo sulla lente oculare delle linee potevo ottenere su di essa I’ immagine dell’oggetto in esplorazione.

Qui è necessario spiegare come avviene il fissaggio dell’immagine dell’oggetto in esplorazione sulla lente oculare.

Incidendo all’esterno della lente oculare delle righe longitudinali e verticali per tutto il diametro della sua circonferenza e facendola girare, avviene che ad un certo punto della sua velocità, le righe scompaiono e si ottiene una specie di trasparenza opaca che serve a trattenere I ‘immagine dell’oggetto sulla stessa lente. Per avere la chiarezza dell’immagine occorre regolare la focalità delle lenti del microscopio assieme alle due velocità delle lenti sino a trovare il punto esatto tra la velocità delle lenti e la regolazione del microscopio. Il funzionamento della lente oculare rigate si potrebbe paragonare un poco a quel circoletto rigato che si mette al centro del perno di un complesso grammofonico per trovare esattamente la velocità di 78 giri, credo che venga chiamato stroboscopio.

Per quale motivo io desideravo togliere il riflesso delle rifrazioni delle lenti e fissare sulla lente oculare l’immagine?

Lo scopo che mi ero prefisso era quello di poter aumentare l’ingrandimento. Per questa avevo pensato di addizionare un microscopio sopra l’altro come a fig. 1 ma per far questo occorrevano due cose: prima eliminare le rifrazioni delle lenti del microscopio, secondo fissare l’immagine invece che nella pupilla dell’osservatore sulla lente oculare. Ottenuta l’immagine sull’oculare ed eliminate le rifrazioni avevo la possibilità di poter nuovamente ingrandire l’immagine sovrapponendo un secondo microscopio sopra l’oculare del primo microscopio che proiettava I ‘immagine, per ingrandire nuovamente l’immagine con il secondo microscopio avente lo stesso ingrandimento e le stesse rotazioni delle lenti tanto oculare rigato quanto quello dell’obbiettivo.

A questo punto regolando contemporaneamente la focalità dei due microscopi con le rotazioni delle quattro lenti. Le due oculari e le due obbiettive. Si poteva trovare il punto preciso per ottenere l’immagine riflessa sull’oculate del secondo microscopio.

Questa messa a punto non è stata molto facile.

Le prime volte che tentai, impiegai da 4 a 6 mesi, ottenendo solo in principio, frazioni di secondi di visualità dell’immagine, in seguito però riuscii allo scopo.

Vogliamo assieme osservare nella figura 1 l’immagine riflessa sull’oculare A (1 o microscopio) verrà . ingrandita di 200 volte perché il microscopio è composto di lenti per ingrandimento di 200 volte. Se noi applichiamo sopra l’oculare del primo microscopio un secondo microscopio (anch’esso con ingrandimento di 200 volte) avremo sull’oculare del secondo microscopio un ingrandimento di 200 x 200 = 40.000 ingrandimenti. Se ne applichiamo un terzo sopra il secondo microscopio con lo stesso funzionamento del primo e del secondo si otterrà l’immagine ingrandita di altre 200 volte ottenendo l’immagine sul terzo oculare di 40.000 x 200 = 8.000.000 di ingrandimenti. Applicando un quarto microscopio sul terzo si avrà sull’oculare del quarto microscopio un ingrandimento di 8.000.000 X 200 = 1.600.000.000 di ingrandimenti.

I sopra indicati ingrandimenti si possono per ora fare solo per trasparenza.

Non si può superare i duecento ingrandimenti per microscopio e non si può applicare più di 4 microscopi.

L’inconveniente più grave che troviamo con questi molteplici ingrandimenti e il fortissimo assorbimento che le lenti hanno sulla luce, inconveniente grave per la visualità dell’immagine riflessa. Ma questo inconveniente riuscii ad eliminarlo in questa modo: il raggio di luce artificiale che dovrebbe illuminare la materia in osservazione lo si fa attraversare prima in un microscopio identico a quelli adoperati per l’ingrandimento senza però che l’oculare sia rigato. Regolando le rotazioni delle lenti e la distanza focale, assieme a quelli dell’ingrandimento si ottiene che gli atomi della luce uscenti dal microscopio riflettore a un certo punto saranno uguali e precisi a quelli trasmessi dai microscopi d’ingrandimento: quindi si uniscono e si può in questo modo aumentare l’illuminazione sino ad ottenere un perfetto contrasto tra bianco e nero.

Debbo osservare che non è tanto facile la messa a punto di questo microscopio multiplo.

Per ottenere l’ingrandimento massimo mi occorsero 4 anni. Sono però convinto che con l’esperienza fatta, con una buona costruzione ed aiuti di tecnici si possa eliminare di parecchio il tempo impiegato. La figura che osservate in questo libro rappresenta il secondo microscopio in costruzione (perché il primo fu distrutto in tempo di guerra) ma solo a meta, perché non mi e stato possibile terminarlo per mancanza di mezzi.

La scoperta dell’atomo magneticoPier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Non appena fui in grado di ottenere gli ingrandimenti a 4 microscopi sovrapposti iniziai subito lo studio de]le sostanze magnetiche.

La più interessante è la magnetite. Essa e composta di un ossido ferrico, si trova al naturale in masse compatte di colore bruno, granulare, sparsa di cristallini molto lucenti. Si presenta anche cristallizzata nel sistema tesserale.

La sua densità e da 4,9 sino a 5,2. Ha una durezza di 5.5 sino a 6,5. Polverizzata da una sostanza nera, è difficilmente fusibile, l’unico acido che la scioglie e l’acido cloridrico. Si trova quasi sempre assieme all’ossido di manganese, la cui reazione da acido titannico (ferro titannico contenuto il 45-70 % di ferro).

Questo ossido di magnetite lo studiai a fondo per poter avere una cognizione esatta delle sue proprietà magnetiche.

Ma non riuscii ad averne una esatta cognizione benché prendessi in considerazione lo studio del metallo, in polvere, sciolto e seccato in acido cloridrico.

Cercai di studiarne il suo flusso magnetico che era il punto che mi stava a cuore.

Pensavo che probabilmente questo flusso consisteva in un movimento atomico che aveva la proprietà di attirare quelle tali caratteristiche particelle atomiche adatte per quella materia.

Presi della magnetite e per quarant’otto ore la avvicinai a un pezzo di ferro interponendo fra i due pezzi una lastrina di vetro (puro cristallo) e ciò perché se era un movimento atomico le particelle di flusso magnetico dovevano assolutamente depositarsi. Ma la prova fu negativa.

La rifeci lasciando esposta la lastrina per quattro giorni. Altra prova negativa.

Lascai esposta la lastrina di vetro per trenta giorni poi la misi in osservazione al microscopio. Qualche cosa si notava. L’ingrandimento l’avevo portato a settecento milioni. Difficilissima era l’osservazione per la instabilità della focalità luminosa. Ripetei queste osservazioni moltissime volte e sarei certamente rimasto al punto di partenza se una combinazione non mi avesse aperto gli occhi. Un giorno facendo queste osservazioni cadde da uno scaffale un pezzo di magnetite che passo vicinissimo al vetrino in osservazione.

Proprio in quell’attimo io stavo osservando con il mio microscopio la superficie del vetrino e notai sulla stessa superficie tracce di movimento luminoso.

Per mesi e mesi continuai queste prove sino a che riuscii ad individuare sulla superficie del vetro un atomo piccolissimo e veloce di movimento. Studiai cosi a fondo il fenomeno nuovo come si può rilevare nella descrizione fatta nelle precedenti pagine. Dopo parecchio tempo portai I’ingrandimento del microscopio superiore al miliardo e come dissi nel 1° capitolo e lo ripeto constatai che l’atomo che avevo scoperto lo si poteva trovare in tutte le sostanze e in tutti i luoghi: nell’aria, nella terra, nelle sostanze vive, e in quelle morte, ed in quantità grandissima.

A che cosa servivano tutti questi atomi uguali?

Costatai pure che le irradiazioni dei metalli radioattivi erano create da questi atomi i quali eccitano gli atomi componenti il metallo portando al massimo punto del loro movimento e creando anche uno strato amorfo di atomi che circondavano questi con uguale prassi, isolandoli da qualsiasi contatto atomico, in modo che il loro susseguirsi era sempre in aumento senza scaricarsi con altri atomi esterni.

Questi nuovi atomi li chiamai atomi magnetici perché esistevano in quantità grandissima nelle zone specialmente magnetiche ed il loro funzionamento era solo quello di dare il movimento agli atomi esistenti nella natura.

Erano i promotori di tutti gli atomi.Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Ma la loro proprietà, di capitale importanza. era che questi atomi magnetici, oltre che potersi unire, potevano anche aumentare il loro movimento e farlo aumentare all’atomo unito con la cooperazione di altri atomi magnetici.

Nel medesimo tempo constatavo che tutte le materie esistenti avevano la proprietà di possedere una sostanza e una forma per quel determinate movimento atomico, corrispondente a quella determinata materia. Pensai allora che se riuscivo a costruirmi un apparecchio atto a far muovere i movimenti atomici della materia, potevo riuscire a far cambiare la struttura e la sostanza della materia stessa. Questa teoria la trovai in seguito applicata in pratica nei procedimenti di cambiamenti di sostanze vegetative esistenti nella  terra. Era il lavoro quotidiano che taceva madre natura non solo per la vegetazione ma per tutte le sostanze in essa contenute.

Apparecchio produttore di vibrazioni atomiche magnetiche. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Come potevo riuscire ad ottenere le riunioni di questi atomi magnetici?

Provai ad isolarli.

In un primo tempo riuscii, ma era terribilmente pericoloso. Isolandoli questi atomi avevano la proprietà di aumentare le vibrazioni sino ad arrivare alla loro suddivisione creando nuovi atomi con una potenza tale che non mi era possibile contenerli perché tutte le materie al loro contatto si scioglievano trasformandosi in altre materie. Avrete certamente letto in precedenza come sono riuscito ad isolare questi atomi.

Allora quale probabilità mi si presentava per ottenere questi atomo? Crearli artificialmente e in che modo? Il campo elettromagnetico mi presentava la possibilità di farlo perché esso poteva formare atomi magnetici.

Ma in che modo?.Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Dopo parecchi anni di osservazione microscopica, costruendo piccolissime elettrocalamite riuscii ad ottenere quanto desideravo e cioè «atomi9 magnetici» di cui potevo variare le vibrazioni a mia volontà, in modo di ottenerne le varie gamme esistenti nelle materie. Divisi così in categoria le vibrazioni delle materie in modo da distinguere le specie per ogni vibrazione.

E cominciai così a costruire il vibratore di atomi magnetici.

Avevo notato che tutte le materie avevano un proprio campo magnetico formato di atomi magnetici frammischiati con gli atomi della materia stessa. Questi atomi magnetici formavano due polarità differenti: Il polo positivo e quello negativo che circondava completamente la materia. Costruii anch’io un campo elettromagnetico identico a quello composto dalla natura in modo che le polarità magnetiche positive stessero sempre al di sopra della superficie della terra, mentre le polarità negative restassero sempre vicine alla superficie della terra stessa. Una specie di palla semiovale le cui estremità erano formate dai poli magnetici ma questa palla doveva essere rotante. In seguito spiegherò il motivo di questa rotazione. Considerando la fig. 2 si può constatare che per ogni materia occorre costruire un proprio campo magnetico.

La parte A positiva gradatamente si estende a metà della materia. Arriva sino a zero positivo. Per riprendere poi subito con zero negativo a negativo massimo.

Quindi io dovevo costruire un campo elettromagnetico identico a quello della materia e dentro a questo campo mettere la materia da esplorare. Dopo lunghi esperimenti riuscii ad abbinare il campo magnetico della materia con quello elettromagnetico. Mi occorreva solo riuscire a uguagliare le vibrazioni del campo elettromagnetico con quella della  materia stessa. In questo modo potevo avere la passibilità di variare  a mio piacimento le vibrazioni della materia e la sua specie. I miei studi precedenti mi indicavano che le variazioni della materia erano costituite dalla variazione delle vibrazioni degli atomi e pensai perciò che con questo metodo potevo anch’io fare come la natura e variare la materia a mio piacimento.

Costituzione dell’apparecchio.Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Vediamo come è costruito l’apparecchio vibratore:

Un campo elettromagnetico rotante identico di forma e di polarità a quello della materia da esplorare. Immettere in questo campo elettromagnetico la materia da esplorare.

La  corrente continua occorrente per l’alimentazione delle  bobine del campo positivo e negativo deve passare attraverso due potenziometri grandissimi. Costituiti almeno della metà del filo occorrente alla bobina del campo. Il filo deve essere dello stesso spessore e dello stesso isolamento di quello della bobina.

Ruotando il campo elettromagnetico e regolando questi due grandi potenziometri otteniamo variazioni minime di corrente.

Ad un certo punto si riesce ad ottenere il punto preciso delle vibrazioni magnetiche del campo, uguale a quelle della materia contenuta nel campo stesso.

Ciò si ottiene osservando l’amperometro messo nel campo elettrico ed il magnetometro messo entro il campo magnetico che indicano un leggero assorbimento tanto dall’amperometro messo sul campo elettrico quanto al magnetometro causato dagli atomi magnetici che si unisono con la stessa vibrazione, con quelli della materia.

A questo punto la variazione della materia e facile.

Basta variare i due potenziometri aumentando o diminuendo le vibrazioni degli atomi magnetici del campo elettromagnetico per variare anche quella della materia. Per variare la materia in un’altra occorre sapere esattamente le variazioni delle vibrazioni occorrenti. Non tutti gli atomi sono suscettibili alle variazioni. Molti non resistono perché si suddividono fra di loro formando una nuova variazione che è prodotta dalla somma delle due variazioni (quella della materia e quella della eccitazione). Per avere un esito positivo occorre che la materia sia completamente coperta dal campo magnetico.

Rotazione del campo magnetico. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Che cosa serve la rotazione del campo magnetico? E quale importanza ha per le vibrazioni magnetiche? Facendo rotare il campo magnetico tutti gli atomi magnetici eccitatori degli atomi della materia si riuniscono e formano tra il campo e la materia moltissimi canali i quali hanno la mansione di far variare gli atomi della materia quando le bobine variano il campo elettromagnetico. Tutto questo avviene ad una determinata rotazione che occorre trovare assieme alle variazioni dei potenziometri.

Trasformazione dalle piante. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Per illustrare il suddetto articolo porterò il seguente esempio, già in parte descritto in precedenza, eseguito nel mio orto trasformando un giovane pesco in un melo. Con l’apparecchio vibratore di atomi magnetici mi recai vicino ad un pesco cercai di sintonizzarmi (cioè regolare le vibrazioni degli atomi del vibratore in modo da renderli uguali a quelli del pesco) e constatato dagli strumenti il caratteristico assorbimento, controllai il risultato segnato dalle manopole graduate dei potenziometri. I due potenziometri portavano la graduazione di 45 gradi il primo ed il secondo di 75 gradi.

Questi gradi corrispondono alle vibrazioni degli atomi del pesco. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Feci la stessa cosa vicino ad un melo. Ora supponendo che la graduazione dei potenziometri corrisponda il primo a 57, il secondo a 85 gradi e conosciute queste due vibrazioni, io ritornai a sintonizzarmi con il pesco, regolando i potenziometri, il primo a 45 e il secondo a 75 gradi ottenendo in questo modo, con il mio apparecchio le stesse vibrazioni del pesco che sono in comunicazione con gli atomi del pesco stesso.

Necessita ora un calcolo: trovare la differenza in più o in meno delle due cifre dei potenziometri del pesco e del melo.

La differenza del primo potenziometro è di 12 gradi, del secondo è di 10 gradi. Queste differenze si sommano, si ottiene 22 gradi. I 22 gradi bisogna dividerli per 30 giorni ottenendo il risultato di 0,7 gradi, cioè sette decimi di grado per giorno. La differenza del resto della divisione si aggiunge all’ultimo giorno. L’apparecchio si regola tutti i giorni aumentando di 0,7 gradi sino al trentesimo in modo di arrivare a coprire le due differenze o in più o in meno poi si lascia l’apparecchio in quella posizione sino alla trasformazione del pesco in melo, ciclo the dura circa dai 40 ai 60 giorni. Questi esperimenti si devono eseguire solo su soggetti giovani perché per gli adulti occorre molto tempo e si corre il rischio di seccarli. Si toglie poi l’apparecchio ed il resto Io fa madre natura.

Il campo magnetico sulle case e sugli animali. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Avevo detto precedentemente che ogni forma animale o di cosa è racchiusa in un proprio campo magnetico e questo campo è formato da atomi magnetici racchiusi nella materia stessa. Da esperimenti fatti in laboratorio ho potuto constatare the il letargo degli animali e dovuto alla autoregolazione del proprio campo magnetico in modo da rallentare e certe volte fermare le vibrazioni della materia, lasciando solo vibrare gli atomi magnetici a loro volta rallentati dagli atomi della materia the li frena.

In questo modo gli atomi della materia hanno sempre un minimo di movimento che può durare a lungo senza necessita di reazioni chimiche prodotte dall’alimentazione dell’animale.

Ho potuto constatare (esempio le formiche) che ci sono animali che adoperano il proprio campo magnetico per difendersi dagli agenti atmosferici, dagli acidi, e persino da eventuali radiazioni del terreno.

Questo ultimo argomento lo tratterò più ampliamente in seguito. Cosi pure ho potuto constatare che con il mio apparecchio potevo eseguire gli stessi esperimenti che eseguono gli ipnotizzatori. Essi regolano il loro campo magnetico eguale a quello del soggetto da ipnotizzare creando un unico campo magnetico.

Il campo magnetico fotografato. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Ho pure constatato che la materia, lasciata per parecchio tempo in un posto, quando si toglie da quel posto lascia la sua impronta magnetica. Mi capitò di osservare la cosa un giorno lasciando per alcun tempo il mio apparecchio vibratore in un angolo del mio laboratorio, in funzione sopra un soggetto di studio e di constatare dopo alcuni giorni tolto il soggetto e l’apparecchio, che in questo angolo era rimasto ancora il suo campo magnetico, che io fotografai per pura combinazione su una super lastra sensibile.

Quali funzioni ha il nostro campo magnetico. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Ogni persona ha un campo magnetico prodotto dagli atomi magnetici in essa contenuti.

Questi atomi magnetici vibrano a seconda dell’atomo di cui è composta la materia della persona. Ho potuto constatare in laboratorio the quando un animale è ammalato oppure ferito il suo campo magnetico varia. Un esperimento da me eseguito sopra un animale mi ha dato i seguenti risultati. Conosciuto in precedenza il campo magnetico dell’animale e trovato l’animale in seguito ferito e ammalato mi è stato possibile farlo guarire nel seguente modo. Sintonizzato con il mio apparecchio vibratore gli atomi dell’animale a poco per volta ho eguagliato le vibrazioni degli atomi dell’animale ammalato in quelle dell’animale sano ottenendo così la guarigione completa.

Da questi esperimenti si può constatare che il campo magnetico è protettore della nostra persona qualora venga intaccata o alterata per cause diverse.

Funzionamento delle vibrazioni magnetiche. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Le vibrazioni magnetiche si possono trasmettere a distanza per mezzo delle onde elettromagnetiche. A mezzo canali nel cui interno si possono variare le vibrazioni a piacimento. Ciò ho fatto nel 1946 sciogliendo i metalli a distanza.

Le variazioni delle vibrazioni magnetiche sotto pericolosissime se variate rapidamente perché o sottraggono o attirano gli atomi magnetici contenuti nella materia, atomi che possono variare il campo magnetico della materia stessa sopprimendola o variando la parte colpita. Tale fenomeno non è però immediato perché gli stessi atomi magnetici devono essere tutti influenzati dagli atomi magnetici già influenzati e occorrono perciò svariate ore. Se però la variazione è rapida e continua bastano pochi minuti per creare la distruzione della materia stessa.

Gli uccelli riconoscono il luogo ove sono nati per il loro campo magnetico.

Attorno a casa mia nel cornicione abitano svariate decine di rondini con il loro nido. Un giorno le misi in fuga ed attorno alla casa installai una antenna unilaterale e su di essa feci scorrere delle vibrazioni magnetiche per mezzo delle onde elettromagnetiche. Le rondini non riuscirono ad avvicinarsi ai loro nidi. Tolte le vibrazioni esse ritornarono al loro nido. Solo dopo due ore riuscirono a riacquistare la direzione.

Con le vibrazioni magnetiche si possono fondere metalli a distanza basta variare le vibrazioni del metallo ed accelerare gradualmente al massimo. Per legge naturale gli atomi del metallo quando sono eccitati al massimo si distaccano e si riuniscono a gruppetti era di loro.

Perché è stato costituito iI campo magnetico. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Potrei rispondere a questa domanda dopo aver indicato il seguente esperimento.

Un giorno presi svariati palloni li riempii di gas leggero. Attorno ad essi costruii un campo magnetico rotante costituito da pale azionate dal vento. Questo campo aveva la possibilità di creare un campo uguale al nostro. In questo campo misi svariati insetti (scarafaggi, formiche, ragni, scorpioni. ecc.) lanciai il gruppo di palloni unendo il mio indirizzo ed il mio numero telefonico e con l’avvertimento che in caso di ricupero mi si volesse comunicare la cosa. Dentro il campo magnetico misi un altimetro. Dopo tre giorni ebbi una telefonata da un artigiano di Imola che aveva recuperato i palloni. Mi recai sul luogo a circa due Km. di distanza e trovai intatti i palloni.

In laboratorio constatai poi che gli insetti erano vivi.

Avevano una perfetta direzione del luogo in cui abitavano prima di essere posti nel campo magnetico. L’altimetro a scala scrivente contenuta nei palloni aveva segnato una altitudine assai elevata di ben 97.000 metri senza che I palloni avessero subito nessun danno.

Compresi cosi che il campo magnetico faceva da schermo ai palloni ed agli insetti.

Da questa prova usci un nuovo esperimenta di laboratorio. Costruii un potente campo magnetico attorno ad una pianta. Cercai di proiettare contro di esso calore, freddo, umidità e per mezzo di metalli radioattivi irradiai raggi alfa, gamma, beta, nessuna di queste proiezioni e radiazioni riuscì ad oltrepassare il campo magnetico, solo variando il campo stesso in quelle determinate potenze riuscii a far passare ora la Luce ora il caldo ora le radiazioni dei metalli radioattivi. Constatai pure che immettendo entro il campo magnetico dei gas, di calore e di freddo queste sensazioni non uscivano dal campo ma venivano trattenute nel campo stesso.

Un altro esperimento interessante.

Mi ha fatto comprendere qual’è importanza capitale del campo magnetico. É stato quello di essere riuscito a togliere gli atomi magnetici da una pianta. Essa non stava in piedi si inclinava ora da una parte ora da un’altra sembrava fosse rimasta nel vuoto senza direzione.

Come si forma il campo magnetico nella materia.

Prendiamo un forte campo elettromagnetico rotante e dentro a questo flusso magnetico mettiamo svariati oggetti di qualsiasi forma: poi questo campo lo variamo sino ad arrivare all’assorbimento indicato dagli strumenti. Lasciamolo funzionare per qualche ora poi fermiamo il campo e togliamo gli oggetti. Ognuno di questi oggetti ha un proprio campo magnetico differente l’uno dall’altro però è completo ed e identico di funzionamento con quello del campo elettromagnetico in proporzione minore. Questo e l’esempio che comprova il funzionamento del campo magnetico della terra e il suo scopo esatto di influenza che ha sopra la materia esistente nel nostro pianeta.

Il pericolo del ricercatore Radar. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Il radar è uno strumento pericoloso perché è rotativo e può creare atomi magnetici ed incanalarli. Può eccitare gli atomi magnetici contenuti nella materia specie quelle delle persone perché sono atomi più sensibili. Possono essere trasmessi dallo stesso radar e arrecare squilibri sul campo magnetico delle materie stesse.

Televisione. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Nelle trasmissioni televisive, la trasmissione dell’immagine è complessa e costosissima. L’immagine bisogna scomporla e poi ricomporla in linee orizzontali, verticali e poi sincronizzare le linee per avere l’immagine composta.

Nel 1943 riuscii a trasmettere la figurazione direttamente senza scomporla mediante una semplice valvola produttrice di raggi luminosi conduttori di energia elettrica.

Costruzione della valvola.

La valvola è cosi composta (vedere la fig. 4). In un bulbo di vetro si metta un nucleo di ferro a due polarità, attorno ad esso si avvolge alcune spire di filo carbonico oppure di tungsteno (identiche alle spiraline del filamento delle lampadine elettriche). Queste spire vengono isolate a mezzo di gocce di vetro tra il ferro e il filo. Le due polarità di ferro devono essere aderentissime all’interno del vetro. Al lato posteriore del ferro (sempre dentro il vetro) si metta uno specchio che servirà per proiettare la luce dalla parte opposta del bulbo.

In quest’ultima parte, cioè dalla parte anteriore rispetto al nucleo di ferro (sempre entro il bulbo), si metta uno schermo metallico di rame.

Si fa il vuoto nel bulbo, chiudendolo. Il filamento che avrà i due capi all’esterno del bulbo, come le lampadine, si accende facendo passare una corrente elettrica. All’esterno del bulbo si fa girare una calamita vicinissimo ai due poli del ferro che contiene il bulbo.

Ora vediamo il funzionamento della valvola.

Il filamento reso incandescente dalla corrente elettrica produce atomi luminosi che vengono proiettati per mezzo dello specchio contro lo schermo metallico. Facendo ruotare la calamita attorno ai poli del nucleo di ferro, si otterrà, ad un certo punto della rotazione, il famoso punto di assorbimento degli strumenti.

Questo assorbimento indica che gli atomi magnetici si uniscono agli atomi della luce creando un atomo luminoso elettrico. Questo atomo magnetico darà appunto all’atomo della luce una polarità positiva rispetto all’atomo normale della luce.

Gli atomi luminosi cosi composti con gli atomi magnetici vengono dallo specchio proiettati sullo schermo metallico di rame.

I quali, al loro contatto, lasciano nei luoghi che colpiscono una piccola particella positiva (cioè una piccola corrente elettrica che verrà assorbita dallo scherno metallico perché è stata data polarità negativa). Ora se sopra a questo schermo si proietterà o una veduta, nella parte ombrosa dell’immagine, si impedirà alla piccola particella luminosa positiva di scaricarsi mentre nelle parti non ombrose si scaricherà completamente. Si crea in questa modo elettricamente sullo schermo metallico, la perfetta figurazione dell’immagine. E’ possibile in questo modo trasmettere la figura per mezzo delle onde radioelettriche comuni senza perturbazioni elettriche e ostacoli. (La calamita può essere messa anche nell’interno del bulbo di vetro basta creare poco vuoto).

Che cosa è la corrente elettrica. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Sono variazioni di atomi magnetici che eccitano gli atomi delle materie (lei conduttori.

Prelevamento di corrente elettrica dai fili conduttori di alta tensione.

Con I ‘apparecchio di vibrazioni di atomi magnetici si può prelevare corrente elettrica dai fili. Basta regolare l’apparecchio (nelle vicinanze dei fili) sino ad ottenere il segnale di assorbimento degli strumenti. In questo modo si e formato il canale tra il filo conduttore e l’apparecchio. Per ogni conduttore occorre un apparecchio.

Incisione di corrente elettrica sopra dei dischi. Pier Luigi Ighina LA SCOPERTA DELL’ATOMO MAGNETICO.

Con l’apparecchio di vibrazione di atomi magnetici si preleva[no] le vibrazioni identiche ad un conduttore di corrente, portante una quantità di corrente di consumo. Le identiche vibrazioni si incidono sopra un disco. Dopo si fa girare il disco inciso e si controlla con l’apparecchio vibratore di atomi magnetici l’esatta velocità del disco quando avviene il caratteristico assorbimento. Per ogni condutture occorre una propria incisione e una propria velocità. Per trasmettere una trifase occorrono.. tre motorini con tre velocità differenti.

Scandagli nel sottosuolo con l’atomo magnetico.

Con l’apparecchio vibratore di atomi magnetici è possibile scandagliare il sottosuolo a grandi profondità. Come avrete letto nella prima parte del libro mi è stato possibile scandagliare il sottosuolo del mio orto e dintorni. Ho così potuto scoprire che svariate centinaia di anni fa il monte Castellaccio era un cratere ora spento. Sotto al mio orto in grande profondità vi è un deposito di carbone. Tra il deposito di carbone e la superficie della terra vi è un vuoto pendente da una parte e precisamente verso la valle del Santerno e in questa parte vi sono contenute materie oleose e carburanti prodotti dal focolaio che in profondità arde tra i colli di Bergullo e Pediano. Nella pane superiore verso a monte del Santerno si è creato a valle un deposito di gas prodotti dai residui oleosi. II monte Castellaccio è in mezzo tra i carburanti e i gas.

Un caso interessantissimo capitatomi per opera del circuito di Imola è questo.

Un giorno mentre ero in laboratorio ad analizzare con un contatore Muller alcune radioattività mi accorsi che verso la parete del camerone adiacente vi era presenza di radioattività magnetiche.

Subito mi recai nel camerone e notai che appoggiate al muro vi erano alcune motociclette che avevano corso nel circuito. Non detti importanza alla cosa. Per curiosità presi dal laboratorio il contatore e feci una rapida ispezione nel camerone.

Constatai con mia meraviglia che chi dava tracce di radioattività magnetiche erano proprio le moto e gli indumenti dei corridori che erano depositati sopra.

Chiesi agli stessi dove erano andati e mi dissero che si erano esercitati per alcune ore a girare per il circuito. II giorno dopo i corridori rifecero le prove e io verificai le moto prima e dopo le prove. Prima non avevano nessuna traccia di radioattività, dopo le corse ve ne erano. Molte prove feci con la macchina di casa nostra attorno al circuito prima di scoprire l’enigma. Dopo tre mesi riuscii ad individuate la causa.

Le motociclette come pure le auto hanno per accensione un magnete produttore di vibrazioni magnetiche come pure lo spinterogeno.

Queste vibrazioni magnetiche hanno la proprietà di essere positive quindi si scaricano sul terreno essendo la macchina. isolata dalle gomme. Queste vibrazioni possono penetrate nel terreno per alcune decine di metri formando sulla strada percorsa una scia di piccoli fori invisibili assomiglianti alla punteggiatura sopra una tela di un ago senza filo di una macchina da cucire. Continuando a girare nella stessa traiettoria la perforazione aumenta in profondità. Nel caso nostro dopo una decina di giri queste vibrazioni andavano ad unirsi cogli atomi dei gas depositati nella parte superiore del circuito e cioè a monte. Quando la motocicletta passava da quel punto la macchina stessa veniva investita da questi atomi dei gas attirati degli atomi dei magneti e degli spinterogeni. Cosi veniva la stessa cosa nella parte opposta del circuito cioè con gli atomi dei carburanti oleosi depositati nella parte a valle.

Il conduttore veniva investito da queste due diverse vibrazioni atomiche.

Al contatto dell’aria e delle vibrazioni dei magneti o spinterogeni gli si creava attorno una vera reazione nucleare intaccando iI campo magnetico del conduttore stesso tale da produrre un suo squilibrio. Da questo fatto, controllato con la maggiore scrupolosità, pensai subito ai fatti che certe volte avvengono sulle strade in quelle determinate località chiamate dagli automobilisti strade della morte oppure strade misteriose. Mi presi un giorno la libertà di percorrere una strada vicino a Milano in cui succedono spessissime volte disgrazie senza che il conducente potesse avere la minima spiegazione del fatto.

Ebbene la stessa cosa uguale e precisa avveniva in quel luogo.

A circa cinque Km. prima di quel tratto misterioso avveniva questo contatto sotterraneo ma alla fine dei cinque Km. il conducente già impregnato da queste vibrazioni atomiche si trovava nella reazione nucleare e il suo campo veniva cosi turbato da fargli perdere la conoscenza, anche per pochi attimi sufficienti però a create disastri e disgrazie. Ho voluto accennare a questa fatto perché questi luoghi cosi detti pericolosi potrebbero essere evitati spostando la strada di qualche decina di metri più lontano in modo da non percorrere quella zona pericolosa.

Dopo questo fatto ho immediatamente eseguito un analogo esperimento in laboratorio ed ho constatato che l’unione di queste due categorie di vibrazioni di atomi, eccitati con gli atomi magnetici, creano la trasformazione della materia in una altra, cosa che avviene nelle stagioni calde quando si scatena un temporale che inonda la superficie di queste vibrazioni magnetiche.

Nuovi studi sui concimi chimici e sui concimi organici.

Da prove pratiche e di laboratorio, ebbi occasione di notare che i concimi chimici, sparsi in autunno e in primavera, producevano una strana carenza di crescita della vegetazione nelle colture in atto. Tale carenza non si notava invece nelle concimazioni fatte con concimi organici. Le concimazioni chimiche dovevano essere completate, per evitare tale carenza, con spargimento di sostanze azotate cosa questa che non si doveva fare per le concimazioni organiche. Tale fenomeno presi in seria considerazione e da studi eseguiti, sia sulle concimazioni chimiche che organiche dedussi quanto segue:

I concimi chimici denotavano di subire una carenza nella loro efficacia sostanziale, carenza prodotta dal dilavamento che subivano a causa delle piogge e delle irrigazioni artificiali. Ciò non si notava nei concimi organici.

Perché questa differenza?

Procedetti ad esami sia pratici che di laboratorio sulla composizione intrinseca dei due concimi e constatai che i concimi organici (Letame) contenevano una percentuale di olio vegetale assente invece nei concimi chimici.

Dedussi allora che la probabile causa del fenomeno di carenza della vegetazione in ato doveva essere prodotta dal la mancanza di sostanze oleose nei concimi chimici e procedetti al seguente esperimento:

Composi un complesso di fermentazione organica formata da paglia di grano e di fieno in vari strati alternati e inumidii artificialmente tale complesso in modo da ottenere una rapida fermentazione.

Dopo 46 ore circa di tale procedimento prelevai varie particelle di tale composizione fermentata e le sottoposi a un controllo microscopico.

Constatai allora che le particelle prelevate dallo strato di paglia avevano assunto superficialmente una patina bianca emanante un caratteristico odore di muffa e che le particelle prelevate dallo strato di fieno risultavano invece coperte da una pellicola emanante odore acetico.

Sia l’odore di muffa (Io strato di patina bianca) che lo strato coperto da pellicole erano il prodotto di un processo fermentativo delle cellule che componevano i due strati. In queste cellule, in fermentazione microrganica notai al microscopio, con ingrandimenti speciali, una serie di bastoncini con le estremità arrotondate ma tutte molto trasparenti. Essi denotavano una grande vivacità, ed il loro movimento consisteva nel piegare le due estremità verso il centro, ora da una parte ed ora dall’altra.

La vivacità di tali bastoncini produceva un logoramento della materia nella quale si muovevano.

Si poteva notare che tali microrganismi erano provvisti da infinitamente piccole ventose che succhiavano la materia logorata. Procedendo negli esperimenti venne alla luce un fatto nuovo che stava a dimostrare come tali microrganismi erano avidi specialmente delle sostanze oleose che componevano la materia nella quale vivevano. E potei constatare che tali
microrganismi a poco per volta si trasformavano, con un procedimento assimilativo, anch’essi in sostanze oleose, amalgamandosi con le altre sostanze che componevano la materia fermentata, producendo una consistenza solida causata dalle sostanze oleose assorbite che si indurivano per l’evaporazione delle sostanze acquose contenute nella materia organica. Questa evaporazione produceva zone di  idrogeno ed ossigeno e perciò solidificazione dei microorganismi oleosi e cessazione della loro vitalità.

Tale trasformazione era la causale principale che impediva il dilavamento del concime organico.

Ma vi era di più.

Le particelle oleose solidificate in un secondo tempo al contatto con le radici delle piante, le quali sono coperte da bollicine che rompendosi per il movimento prodotto nella terra dalle loro evoluzioni emanano un acido fortissimo, trasformano le particelle oleose solidificate in sostanze oleose naturali, ghiotto alimento per le radici delle piante stesse. Tale ultima constatazione si può ampiamente osservare dal seguente esperimento.

Si costruisca una scatola di vetro rettangolare, divisa per mezzo di opportune separazioni in tre parti uguali.

Nella prima parte e nella seconda parte si metta terra naturale e nella terza parte si metta terra mischiata ad olio (20 ÷25 % circa di olio sulla quantità della terra). Nella parte centrale (seconda parte) si metta una qualsiasi pianta graminacea a rapido ciclo vegetativo e si tolgano le separazioni della scatola. Dopo circa una ventina di giorni si proceda alla constatazione dei movimento radicale della piantina. Si potrà cosi osservare che lo sviluppo delle radici si è senz’altro indirizzato verso la parte della terra contenente sostanza oleose e si noterà altresì che I’apparato fogliare della piantina ha assunto una patina oleosa, dimostrativa dell’assorbimento dell’olio.

La sostanza oleosa che viene notata sull’apparato fogliare è indicativa del procedimento di assorbimento della pianta, il quale avviene nel seguente modo.

Le piccole bollicine che, come già detto coprono le radici delle piante, rompendosi, emanano un fortissimo acido.

Questo scioglie le particelle oleose solide in particelle di olio naturale. Queste particelle di olio naturale vengono assorbite dalle ventose contenute nelle bollicine rotte e al contatto con la linfa, essendo le particelle oleose più leggere dei composti della linfa, salgono nella linfa stessa filtrandola e purificandola delle sostanze nocive e velenose contenute in essa. Le particelle oleose sono cosi rimaste impregnate dai veleni contenuti nella linfa che, purificata è il maggiore nutrimento e perciò di sviluppo della pianta.

La pianta espelle queste particelle oleose e d avvelenate tramite una naturale traspirazione di tutte le sue parti.

Tali particelle a contatto atmosferico ritornano allo stato solido, come nei microorganismi del letame.

La patina oleosa solida, già accennata, e che copre tutta la pianta, contiene, come già detto, sostanze velenose che sono  di estrema protezione antiparassitaria ed anticrittogamica e che inoltre proteggono le piante dalle gelate e dagli eccessivi calori estivi.

Da tutto ciò si deduce una logica considerazione e cioè che nei concimi chimici mancano le sostanze oleose contenute invece dai concimi organici e che per uguagliare gli effetti protettivi di questi ultimi è necessario mescolare una adeguata parte oleosa e produrre il procedimento dei microorganismi nei concimi chimici, rendendoli anche questi, a somiglianza di quelli organici, nutritivi, protettivi ed insolubili ai dilavamenti ed ai calori.

Ultimamente sotto stati effettuati nuovi studi di laboratorio al fine di perfezionare ed uguagliare le caratteristiche già accennate nelle presenti note, fra i concimi chimici e letame organico.

Disco Volante.

Quando ancora il mio laboratorio era sulla torre Gamberini a Imola e facevo esperimento di trasmissione di canali di vibrazione di atomi magnetici, una mattina verso le tre i miei strumenti mi segnalarono un passaggio di un disco volatile. Aumentata la potenza dei miei canali vidi dopo poco tempo il disco stesso abbassarsi e scendere verso il parco delle acque Minerali. Subito a mezzo di una bicicletta mi recai sul luogo e arrivai in tempo a vedere l’atterraggio del disco volatile sul piano del monte Castellaccio.

Salii sul monte e notai un disco rotondo da cui uscivano tre uomini.

Avvicinatomi chiesi in italiano il motivo  dell’atterraggio ma non mi risposero. Lo chiesi in francese ed uno di essi mi rispose. Mi disse che era stato disturbato da campi magnetici e come mai io ero li presente. Gli spiegai che la causa del loro atterraggio forzato era certamente la mia perché il loco apparecchio era composto di campi magnetici. Essi mi confermarono la cosa. In pochi minuti ci si spiegò le cause. Da ambo le parti ci si promise che per almeno sette anni non si doveva rivelare il nostro incontro a patto di scambiarci i rispettivi segreti. Cosi io visitai il disco ed ebbi la spiegazione del suo funzionamento ed a mia volta portai in laboratorio a Imola due dei tre occupanti il disco sottoponendo loro i miei esperimenti.

Solo era  dopo più di dieci anni posso spiegare come era composto il disco volante.

Il disco volante è composto di due dischi di ferro concavi verso il centro cosi da formare una conchiglia. Ogni disco è fissato su due perni che avevano la proprietà di far girare i dischi. Ai bordi dei dischi vi sono degli imbuti: quelli superiori sono al contrario di quelli inferiori. Questi imbuti sono larghi in principio e stretti alla fine. Entro il disco stesso nella parte superiore e nella parte inferiore vi sono applicati tubi di ferro ed ad essi è avvolto un filo di rame. Queste bobine avvolte al disco hanno la proprietà di formare un campo magnetico di polarità positiva o negativa alla superficie del disco tanto di sopra quanto  di sotto.

Nel decollo il disco deve partire sempre orizzontale.

Per questo è corredato di quattro sollevatori da terra di cui i due anteriori sono più alti di quelli posteriori così da dare la facoltà al disco di sollevarsi da terra.

Il suo funzionamento è assai ingegnoso: girando il disco superiore a forte velocità gli imbuti applicati attorno facevano lo stesso lavoro dei remi di una barca.

Immagazzinavano aria dalla parte più larga e trovando resistenza facevano spostare il disco dall’altra parte, ma la sua velocità veniva nuovamente aumentata perché la fuori uscita dell’aria dalla parte opposta dell’imbuto più stretto dava un gettito fortissimo da generalizzare quasi completamente la resistenza dell’aria avuta dall’imbuto ad apertura grande. In questo modo con pochissimo sforzo si spostava il disco.

Questo metodo è chiamato resistenza spinta.

La velocità dei giri impressa a questi dischi e nello stesso tempo agli imbuti creava attorno al disco stesso una specie di corridoio vuoto e il disco poteva spostarsi senza trovare resistenza d’aria. Inoltre se i due dischi giravano in senso sempre opposto alla stessa velocità il disco rimaneva orizzontale e ad una certa velocità poteva rimanere immobile nell’aria. Se invece aumentavano la velocità del disco superiore da quello inferiore o viceversa il disco discendeva o saliva.

I due dischi potevano avere polarità magnetica positiva o negativa a piacimento.

Se dovevano salire, applicavano alla superficie esterna dei due dischi polarità magnetica negativa ed interna positiva. Girando, i dischi, formavano due tubi esternamente di flusso magnetico negativo e questo facilitava il compito di allontanarsi dalla terra, perché il tubo di flusso magnetico direzionato verso terra otteneva una repulsione e quindi una spinta verso alto, dato che la terra ha polarità magnetica negativa rispetto all’aria. II tubo magnetico negativo prodotto dal disco superiore ha direzione verso l’alto, otteneva tale attrazione perché essendo l’aria di origine positiva magnetica il disco stesso veniva attratto. In questo modo poteva ottenere velocità sui 5 mila Km. adoperando un motore che poteva essere adoperato dagli stessi campi magnetici.

L’inizio dell’avviamento di questo disco veniva azionato con batteria accumulatori al nichel cromo.

L’inconveniente di questo disco era appunto la sua alta velocità che creava lo scioglimento degli imbuti per il forte attrito che incontrava nell’aria. Era però in quel tempo allo studio il suo perfezionamento e se riuscivano ad eliminare questo inconveniente potevano superare la velocità di ottomila Km. orari. Per la discesa avveniva al contrario. Il disco esternamente si trasformava in polarità positiva ottenendo la attrazione della terra e la repulsione dall’aria. Questo serviva per allontanarsi o avvicinarsi con rapidissima velocità. Poteva avere anche polarità magnetica positiva al disco superiore e polarità negativa al disco inferiore o viceversa.

La terra e la luna e il loro campo magnetico.

La terra e la luna hanno anche loro un campo magnetico come gli altri astri. L’allontanamento tra di loro elimina la conoscenza dei propri campi magnetici ed e difficile individuarli. Se però due astri si avvicinano possono ad un certo punto ottenere il solito assorbimento per la loro variazione di rotazione. Questo assorbimento crea una induzione ed influenza tra di loro causando la variazione del loro campo. Da ciò si può creare variazione su tutte le materie composte nell’astro, causando squilibri di attrazione, di equilibrio, con conseguenze certe volte disastrose. Cosi dicansi del sole.

Se questi astri si avvicinassero troppo tra di loro avverrebbe la loro completa distruzione creando in seguito altri astri di differenti campi magnetici.

Questo è il risultato di un esperimento eseguito in laboratorio.

In una grande campana di vetro, fatto il vuoto ho costruito dei piccoli astri con campi magnetici rotanti. Ad un certo punto ho variato la loro rotazione e il loro campo magnetico avvicinandoli sino ad ottenere il solito assorbimento. I due corpi si sono riscaldati e avvicinando sempre più ho ottenuto lo scoppio da ambo le parti con la loro distruzione.

Telescopio.

Sul sistema del microscopio è possibile costruire anche il telescopio. Ne ho costruito uno rudimentale in laboratorio ed ho potuto vedere sulla luna distese di acque, zone montuose, vegetazione, fauna ed esseri assomiglianti ad esseri umani.

Come è possibile andare sugli astri.

Dalle spiegazioni pratiche di laboratorio accennate in questo libro si può dedurre che è possibile andare sugli astri celesti se si conserva sempre il nostro campo magnetico terrestre. Quindi basterebbe costruire una astronave che abbia la possibilità di formare entro se stessa un campo magnetico costante uguale a quello nostro. In questo modo si eviterebbero tutti gli inconvenienti che potrebbero derivare dall’allontanamento: per esempio l’assorbimento magnetico di vari astri, tipo quello della luna, mancanza di attrazione, di rarefazione dell’aria, vuoti, freddi, caldi, radiazione, ecc.

Come sono composti gli astri.

Dai rilevamenti di alcuni esperimenti eseguiti si può dedurre che gli astri esistenti hanno la proprietà di avere anch’essi un proprio campo magnetico ciò mi a stato possibile controllare eseguendo questo esperimento.

Ho direzionato un canale di atomi magnetici verso un astro aumentando sempre più la lunghezza del canale. Dopo parecchi giorni riuscii, variando le variazioni delle vibrazioni degli atomi magnetici del canale, ad entrare nel loro campo magnetico ottenendo a un certo punto il solito assorbimento e constatando che quello era il campo magnetico dell’astro.

Restando sempre in quel assorbimento variai leggermente le vibrazioni degli atomi magnetici.

Trasmisi queste vibrazioni in una radio ricevente appositamente costruita e riuscii ad ascoltare suoni armonici di musica e suoni gutturali simili a voce umana.

Ho in studio una costruzione di un potentissimo canale di atomi magnetici che potrebbero rilevare interessanti fatti sopra gli astri.

La sopra citata prova è stata eseguita su altri astri ottenendo uguali risultati.

L’irrigazione naturale sotterranea.

Con il mio apparecchio ho potuto scoprire come avviene l’irrigazione naturale del sottosuolo.

L’acqua scorre continuamente sottoterra per mezzo di canali naturali e ad un certo punto viene arrestata e rimane ferma. Essendo il terreno di per se stesso assorbente avviene la aspirazione dell’umidità verso l’alto per capillarità in modo di arrivare sino alla superlicie facilmente e con grande estensione. Questo sistema di irrigazione è ottimo per irrigare terreni di montagna perché più a alto è il terreno meglio si bagna.

Il consumo dell’acqua è irrisorio e si ottiene alla superficie del terreno la trasformazione dell’umidità per mezzo del sole in H2O. Ossigeno e idrogeno, ottimo alimento delle foglie e delle radici. Questa trasformazione

può avvenire sino a mezzo metro di profondità. Un esempio figurativo del funzionamento naturale dell’acqua sotterranea è dimostrato dalle figure 6 e 7.

Una interessante prova in via di attuazione.

Con la conoscenza degli atomi magnetici positivi e negativi è possibile in avvenire, e la cosa è in istudio, ottenere dell’energia elettrica con l’unione di questi due atomi che potrebbero costituire una fonte di energia si può dire perenne. Lo sfruttamento avviene per la rotazione magnetica della terra la quale da sempre movimenti di atomi magnetici.

In questo libro ho narrato alcuni esperimenti già in parte brevettati ed eseguiti nel mio laboratorio.

Ciò nella speranza che altri possono migliorarli e trarne miglior profitto per l’utilità del benessere umano. Purtroppo non mi è stato possibile migliorare i miei studi appunto come dice il prof. Puppi per mancanza di mezzi finanziari e di aiuti tecnici.

Molte persone si meravigliano se nel mio laboratorio non  trovano quello che io ho fatto ma purtroppo ogni volta che si fa un esperimento occorre smontarlo e rivendere i pezzi per acquistarne degli altri occorrenti per altri esperimenti. Sono esperimenti dispendiosi per colui che non ha mezzi sufficienti.

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