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El Tredesin de Marz

108 Guido Bisagni Tributo alle pietre della Valsusa Olio su tela 120 x 100 cm

El Tredesin de Marz

 

El Tredesin de Marz per chi non parla la lingua locale del territorio milanese è Il tredicesimo giorno del mese di marzo.

In contemporanea una data e il nome di un’antica pietra scolpita e benvoluta dai cittadini milanesi.
Il giorno in cui questo sasso è ricordato e riportato a nuova gloria.
Una giornata di festa per la città di Milano da lunghissimo tempo.
Un anniversario nel quale convivono il ricordo di antiche tradizioni celtiche e la devozione a San Barnaba.
Un ambivalenza che rispecchia la tradizione delle popolazioni che abitavano quel territorio a festeggiare in quel giorno la rinascita del Sole e l’arrivo della Primavera. Dall’altra l’inizio della cristianizzazione del territorio dell’Insubria; promossa da colui il quale è considerato il primo vescovo di Milano.
El Tredesin de Marz è un sasso. Modellato in una forma rotonda. Con un foro centrale dal quale scaturiscono tredici scanalature radiali.
In origine conservato presso la basilica di San Dionigi. E’ ora custodito alla Crocetta. Inglobato nel pavimento della navata centrale della chiesa intitolata a Santa Maria al Paradiso, in corso di Porta Vigentina al civico 14.
Una lapide in marmo bianco 
è collocata appena sotto al manufatto.
La scritta incisa recita: “Il tredici marzo del cinquantaduesimo anno del Signore, San Barbara Apostolo nel mentre predicava ai milanesi in Vangelo di Cristo, non lungi dalle mura di via marina, a porta orientale, in questa pietra rotonda piantò il vessillo della Croce.
Chiare frasi che illustrano la leggenda. Tradizione alla base della grande cura che ha motivato la custodia del sasso e non ne ha mai permesso la collocazione in qualche magazzino.

In questo giorno nella chiesa di Santa Maria al Paradiso è celebrata una messa. Si rievocano le gesta compiute da San Barnaba ponendo nel foro centrale del blocco di roccia una croce in legno. Nelle strade circonstanti prende vita una colorata vendita di piante e di fiori.

 

Nell’immagine:
Un opera realizzata da 108 Guido Bisagni. Intitolata Tributo alle pietre della Valsusa. Olio su tela 120 x 100 cm. 
Nel quadro tutto l’interesse dell’artista per lo studio delle pietre arcaiche incise.

Il dipinto era esposto a Ferrara negli spazi del Padiglione d’Arte Contemporanea. Durante la mostra dedicata ai Pittori fantastici nella Valle del Po.

Il critico d’arte Camillo Langone nel testo del catalogo descrive l’opera di 108 con queste parole.
108 ci porta in una valle laterale per rivelarci, da astrattista ma non troppo, le misteriose pietre coppellate. Sulla tela di Tributo alle pietre della Valsusa emergono queste incisioni preistoriche scavate nella roccia e connesse, si ipotizza, ad antichissimi riti fecondità“.

 

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