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La montagna e il dio Penn

La montagna e il dio Penn

La montagna e il dio Penn.

La montagna e il dio Penn.

 

Nella mitologia celtica la montagna e il suo dio Penn sono un accostamento consolidato.

Un rapporto sul quale il tempo presente non ha influito. Non riuscendo a farlo dimenticare o sciogliere. Una associazione ancora vitale nel presente.

Una esuberanza ancora oggi viva. Provata scalando una montagna. Ammirando la grandiosità del paesaggio che ci avvolge. Apprezzando il profondo silenzio del luogo. Tutte condizioni che permettono il distacco dal quotidiano.

Le cime dei monti sono dei luoghi religiosi. Dove gli uomini edificarono i monumenti per onorare i loro dei. Luoghi dove collocarono i templi naturali. Dove costruirono i primi altari.

Tutte queste sono caratteristiche comuni a tutte le popolazioni sparse sulla terra.

In Giappone con il Fuji. il Monte Olimpo in Grecia.

In Italia dove il Vesuvio era definito sacro nelle Tavole Eugubine. Questo è un elenco che può estendersi a lungo.

Per i Celti prima e per i Liguri poi le montagne erano abituale luogo di culto.

Nelle valli alpine o appenniniche la montagna compare scolpita, nella pietra appaiono le immagini di un dio che i Liguri chiamavano Pen, Penn o Pennin.

Tito Livio ricorda questa divinità come adorata sulle vette più alte. Rappresentata da una grande scheggia di roccia più o meno lavorata oppure da un ammasso di pietre.

Penn significa: cima, sommità o vertice. Latinizzato in Pennius. Associato a Giove. Dando origine alla figura di Giove Pennin. Altre volte a una divinità femminile. Chiamata dea Pennina.

Le Alpi Pennine, gli Appennini, il monte Pennino, Penna, Penice e Pentema contengono nel loro nome la provenienza dalla radice celtica dalla quale derivano.

Nell’alta valle Sturla nel piccolo paese di Borzonasca presso la frazione di Borzone è visibile una grande incisione rupestre.

Opera che raffigura il dio delle montagne chiamato Penn.

Incisa e venerata dalle popolazioni celtiche che qui vivevano.

Questo avvenne molto tempo prima che i legionari romani conquistassero la Liguria.

Una tradizione locale voleva che i monaci si recassero a pregare in questo luogo. Questo perché al viso scolpito nella roccia riconoscevano le sembianze del volto di Cristo.

Un’altra presenza del culto a Pen è riscontrabile al Gran San Bernardo.

Dove il lago posto vicino al valico durante la dominazione romana era chiamato Lacus Penus. Lo specchio d’acqua è situato in una conca chiamata Piano di Giove.

Se il nome del lago ci fa intuire che in origine quella località era per i Salassi luogo di culto al dio celtico Penn.

L’attuale denominazione di Piano di Giove ci spiega il modo di agire dei romani sugli sconfitti.

I vincitori sostituirono il culto preesistente dedicato a Pen con uno nuovo. Dove la devozione era rivolta a Giove per l’occasione battezzato Giove Pennino.

Un ulteriore distruzione di vestigia del dio Pen avvenne a seguito dell’avvento del cristianesimo. La montagna e il dio Penn.

Quando le autorità ordinarono la demolizione di tutte quelle pietre a cui la popolazione destinava un qualche culto. Sotto questa imposizione scomparirono i simulacri di pietra, le pietre grezze, i dolmen e i menhir.

Si salvarono solamente i monumenti eretti in luoghi non facilmente accessibili.

Oppure quelli a cui si cuciva addosso una parvenza cristiana. Conversione che avvenne con l’apposizione di una croce o con la diffusione di una leggenda su luogo che riportava al cristianesimo.

Questi interventi fecero scomparire la figura del dio delle montagne chiamato Penn.

Causarono la perdita di ogni traccia nella storia e nella mitologia di questa divinità. 

L’unico ambito nel quale non ebbero effetto fu nella toponomastica.

 

Nell’immagine: Un libro d’artista realizzato da 108 Guido Bisagni intitolato Peen.

La montagna e il dio Penn.

 

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