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Ikebana le composizioni di fiori in Giappone

Ikebana le composizioni di fiori in Giappone

Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

Il vocabolo Ikebana è una parola che da subito trasporta in Oriente. Inevitabilmente evoca, nella mente di chi lo sente, il Giappone e le sue infinite eleganze. Fra queste raffinatezze l’Ikebana indica l’arte di comporre, con armonia, dei fiori e dei rami recisi.

L’Ikebana giunge in Giappone dall’India, passando per la Corea la Cina. Qui, nel Paese del Sol Levante, si afferma inizialmente fra i monaci buddisti e i nobili. Solo più tardi si estende a tutta la popolazione.

L’origine dell’arte dell’Ikebana è molto antica. Questi primordi coincidono con le semplici offerte di fiori agli Dei. Con il tempo, questi doni assumono una struttura più complessa, basata su regole codificate. L’affermazione di queste norme fa dell’Ikebana un’arte vera e propria.

 

Vediamo le principali linee guida per la sua corretta realizzazione. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

 

Un Ikebana nasce solo combinando degli elementi vegetali. Questi ultimi sono scelti fra quelli disponibili nella stagione in svolgimento e, in preferenza, provengono dal un solo e definito luogo.

La composizione si crea con sole sostanze naturali e appena raccolte. Quali: fiori, foglie, rami e tronchi.

Ognuno di questi elementi è carico di un proprio significato. È quest’ultimo, il messaggio che si vuole trasmettere, che giustifica una scelta e un abbinamento.

 

Dei fiori si inseriscono i boccioli. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

Questo per far partecipe l’osservatore allo sbocciare del fiore ma, soprattutto per favorirne la durata. Quest’ultima è agevolata dalle regolari nebulizzazioni d’acqua.

 

Nell’Ikebana si ricerca un’armonia fra gli spazi occupati dalle componenti vegetali e le aree vuote circostanti.

Quest’alternanza fra zone piene e vuote è parte essenziale della composizione.

Un Ikebana si completa entro un vaso o un contenitore naturale. Questi sono parte attiva della composizione. Il vaso non è mai trasparente. In genere si compone di sottili strisce di bambù, intrecciare fra loro. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

Un Ikebana ha una struttura di base a forma di triangolo. Questa si ottiene impiegando tre elementi di diversa e proporzionale lunghezza. Tutti e tre con un punto di partenza comune e disposti fra loro seguendo uno schema prestabilito.

 

Il più lungo dei tre simboleggia il cielo. Il mediano rappresenta la terra. Il più corto indica l’uomo.

Lo schema compositivo prevede per il cielo di essere l’elemento principale dell’Ikebana.

La terra e l’uomo si collocano in posizioni fisse rispetto al cielo. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

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Lettura dei kanji relativi le Tsuba.

 

 

Libri sulla spada giapponese e sulla storia e l’arte del Giappone.

 

 

MARCO POLO – Le spade del samurai. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

 

SATO KANZAN – Kanzan Shinto oshigata dictionary.

 

 

Esposizione d’arte giapponese Catalogo.

 

 

HIROSE Nobuko SELF James – Japanese art signatures Le firme degli artisti giapponesi.

 

 

JOLY HENRI L. – Legend in japanese art.

 

 

PICA VITTORIO – L’arte giapponese al museo Chiossone di Genova.

 

 

RIVETTA PIETRO SILVIO Toddi – La pittura moderna giapponese.

 

 

WEBER VF – Ko-ji Ho-ten Dictionnaire a l’usage des amateurs et collectionneurs d’objets art japonais et chinois.

 

 

WICHMANN SIEGFRIED – Il giapponismo.

 

 

AURITI GIACINTO – Compendio di storia della cultura giapponese.

 

 

EMILE ANDRE – 100 coups de jiu jitsu Jujutsu Jujitsu.

 

 

FORMENTO FANNY – La cucina orientale. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

 

Harada Kazutoshi – Jizai okimono Figure articolate di animali realizzate in metallo.

 

 

LANFRANCHI GIACINTO UBALDO – Il netsuke un’arte giapponese.

 

 

OLIPHANT LAURENCE – Le Japon.

 

 

RIVETTA PIETRO SILVIO Toddi – Il paese dell’eroica felicità.

 

 

Diari di dame di corte nell’antico Giappone.

 

 

APPELIUS MARIO – Cannoni e ciliegi in fiore il Giappone moderno.

 

 

CALZINI RAFFAELE – Festival asiatico Amori Misteri Spettacoli Da Porto Said A Tokio. Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

 

 

HEARN LAFCADIO – Kokoro.

 

 

MISHIMA YUKIO – Morte di mezza estate e altri racconti.

 

 

OOKA SHOHEI – La guerra del soldato Tamura.

 

Ikebana le composizioni di fiori in Giappone.

Nell’immagine iniziale:. Una collezione di vasi da Ikebana realizzati in banbu intrecciato durante il periodo Meiji e Taisho.

 

 

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Angelo Zilio in arte Gilö

Angelo Zilio in arte Gilö

Angelo Zilio in arte Gilö.

Angelo Zilio in arte Gilö.

 

Gilö è un artista e un ceramista. Una figura complessa, nella quale l’amore per l’espressione ceramica, il teatro e la poesia convivono e si rafforzano a vicenda.

Le inclinazioni, gli interessi e le passioni che animano e si scontrano in Gilö gli permettono una ricerca che approda sempre in un nuovo porto. Uno strabordare che gli permette di far convivere più anime, dando a tutte loro la stessa eleganza e dignità.

Dal suo foggiare escono opere eleganti. Alcune volte destinate all’esposizione nelle stanze di un museo altre volte all’uso nel quotidiano.

Tutte queste creazioni esprimono Gilö, sono tutte una la conseguenza dell’altra. Si abbracciano e convivono, dandosi forza a vicenda. Angelo Zilio in arte Gilö.

Questo mondo ceramico è animato da molte presenze.

I fratelli maggiori, ovvero dei pannelli di grandi dimensioni, costituiti da numerose formelle, ognuna dalla forma sagomata. Dove la correlazione di tutti questi pezzi plasma un mosaico. Un assieme di frammenti ricomposti che agli occhi di Gilö vorrebbe essere il risultato di un ipotetico scavo archeologico.

Uno spostamento della terra che riporta alla luce un tempo passato, riapparso e costituito da anfore, vasi e dai resti fossili di un cavallo.

Di questo si nutre e si forma l’Equus aetermus. Una terracotta di grandi dimensioni, realizzata nel 2016, nell’ambito della residenza d’artista svolta a Firenze, nella tenuta di Sticciano e patrocinata dall’associazione culturale CABA.

In questo cosmo trovano anche una adeguata collocazione delle realizzazioni destinate a partecipare e rallegrare i momenti più intimi delle vita. Questo compito è delegato ai piatti e alle tazze. Suppellettili accomunati dalla semplicità e dalla funzionalità. Angelo Zilio in arte Gilö.

 

Tutti pensati e realizzati come dei pezzi unici. Tutti per loro natura non ostentano nessuna eleganza, volutamente accentuano e valorizzano i difetti. Carenze che tali non sono perché hanno il compito di conferire l’unicità e armonia.

Imperfezioni che assolvono il compito di liberare dalla materia a favore dello spirito.

Un netto richiamo alla filosofia del Wabi Sabi. Dove si assiste all’accettazione della imperfezione e della transitorietà. Una visione propria del mondo giapponese dove nulla dura, nulla è finito e nulla è perfetto.

Angelo Zilio in arte Gilö.

Per questa ragione è valorizzata la casualità, quello che dalla lavorazione, senza nessuna prevedibilità, scaturisce.

Quello che l’impasto e la cottura ci suggeriscono o forse impongono. Un esortazione a predisporsi a uno stato d’animo sereno. Questo per meglio approcciarsi al favorevole e al dannoso che ogni giorno, senza presagio,  incrociamo.

 

Gilö è il nome assunto in arte da Angelo Zilio, artista nato e attivo a Varese.

 

Angelo Zilio in arte Gilö

Angelo Zilio in arte Gilö

 

Angelo Zilio in arte Gilö
Angelo Zilio in arte Gilö

 

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Surimono Biglietti augurali dell’antico Giappone

Surimono Biglietti augurali dell'antico Giappone

Surimono Biglietti augurali dell’antico Giappone.

Surimono Biglietti augurali dell’antico Giappone.

 

I surimono sono dei biglietti d’augurio tipici dell’antico Giappone. Inviati in corrispondenza delle festività o per celebrare delle ricorrenze private.

Per la tecnica con la quale sono prodotti, appartengono alla grande famiglia delle Ukiyo-e.

Realizzati in silografia. Sono stampati a colori su fogli di carta hōsho o di gelso. Un supporto scelto perché al tatto si presenta morbido e di consistente spessore.

Sono il frutto dell’attiva collaborazione fra artista, stampatore e artista. Partecipazione che inizia dalla realizzazione del hanshita-e o disegno preparatorio per giungere sino alla fine del processo di realizzazione.

Questa partecipazione non avveniva per le Ukiyo-e. Dove l’intervento dell’artista si limita alla realizzazione del hanshita-e.

I surimono a volte sono ritoccati con lacca di color nero. Questo per conferire al foglio un aspetto lucido.

Impreziositi con polvere d’oro, d’argento, di rame oppure con inserti in madreperla o mica.

Un’altra tecnica impiegata nei surimono è il karazuri o stampa a secco. In questo caso la matrice non è inchiostra. Dopo l’impressione si ottiene sul fronte della stampa un area o più aree in rilievo e prive di colore.

Con l’impiego di una carta di notevole spessore, un profondo karazuri, si ottiene solo con l’ausilio di una forte pressione. Con questa tecnica si conferiva al surimono un aspetto tridimensionale. Usato per evidenziale un singolo particolare. 

I surimono compaiono verso la metà del Settecento. In un Giappone che con l’ascesa del clan Tokugawa ha superato il periodo di lotta intestina fra i numerosi feudatari. Inaugurando un lungo periodo di pace e isolamento.

Con questo nuovo clima le città e i villaggi s’ingrandiscono in modo smodato.

Sono ora dei luoghi sicuri. Non più minacciati dalle truppe dei diversi daimyō, i signori feudali. Diventano degli spazi urbani tranquilli. Dove artigiani e mercanti s’insediano e svolgono con lucro la loro attività. Permettendo la nascita della borghesia e della cultura borghese.

Il termine giapponese surimono si traduce in cose stampate. In questi fogli la tecnica di stampa raggiunge il massimo della raffinatezza. Dove i dettagli della figurazione sono realizzati con assoluta precisione.

Questi fogli sono caratterizzati da una limitatissima tiratura.

Dall’iniziale uso del formato shikishiban, dalle dimensioni ridotte e sagoma quadrata. In seguito affiancato dal yokonagaban surimono. Quest’ultimo di dimensioni maggiori. Più adatto a contenere maggiore quantità di testo e immagini di paesaggio o scene all’aperto. Per questa esigenza compaiono anche dei surimono composti su più fogli.

Sono dei raffinati esempi dell’estetica giapponese. Frutto di una grande capacità tecnica. Raffigurano oggetti o situazioni della vita quotidiana uniti a eleganti calligrafie. 

Soggetti che rappresentati in una specifica circostanza, per la sensibilità giapponese, assumono un forte  valore simbolico.

Con testi calligrafici, sottilmente legati alla figurazione. Delle brevi composizioni basate su dei complessi giochi di parole.

Erano biglietti privati. Destinati a una circolazione in un ambito ristretto. Commissionati da personaggi abbienti o d’alto rango. Usati per scambiare messaggi augurali fra i membri di circoli letterari. Tutti committenti e destinatari ai quali era facilmente comprensibile la ricca simbologia tradizionale. In grado di apprezzarne a pieno il significato celato. Surimono Biglietti augurali dell’antico Giappone.

 

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Le caratteristiche delle silografie Ukiyo-e.

La tecnica delle xilografie Ukiyo-e.

La nascita delle incisioni Ukiyo-e. Surimono Biglietti augurali dell’antico Giappone.

 

Nell’immagine:. Surimono di Yashima Gakutei. (1786-1868). Firmato Gakutei Harunobu. Raffigura un ramo fiorito e due fugu o pesci palla. Un prelibato e costoso cibo invernale. Nella parte superiore sono stampate due poesie. Una composta da Mahmansai Iedaru e l’altra da Kanayaen Mahiro.  Stampato attorno al 1810. Surimono Biglietti augurali dell’antico Giappone.

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FLAVIO GALLOZZI – Il gesto creativo

FLAVIO GALLOZZI - Il gesto creativo

FLAVIO GALLOZZI – Il gesto creativo.

FLAVIO GALLOZZI –  Il gesto creativo.

 

Il gesto è frutto di un movimento del braccio che coinvolge la testa e si conclude nella mano.

Un movimento che avviene sempre invariato. Non è consentita alcuna possibilità di cambiamento o correzione.

È questo moto che ha interessato Flavio.

 

Con le sue fotografie ha ricercato e fermato il gesto in molti personaggi che in questo atto trovano la loro espressione più viva. FLAVIO GALLOZZI – Il gesto creativo.

 

Il gesto è raffigurato come l’inizio o la conclusione di una azione. Sempre compiuto da protagonisti immortalati con serenità e naturalezza.

Con quella consuetudine che con superficialità appare solo spontanea, ma che meglio ponderata diventa una espressione dello spirito. Il momento in cui il tutto converge, si ferma e ritrova energia.

Un attimo che trova nel cerchio la sua sintesi. Questa è la forma geometrica che ricorda tutto l’universo ma anche il vuoto più assoluto.

L’Ensō, o per chi si diletta nella lingua parlata in Giappone 円相, è frutto di un gesto.

Scaturito di un’unica pennellata. Tracciato a pennello, con segno spesso o sottile. Sopra un supporto di carta o sottile stoffa. Il più delle volte ad inchiostro di color nero.

Un cerchio alcune volte aperto, altre volte chiuso. Disegnato con un segno nitido e scorrevole. Oppure capriccioso e ricco di sbavature.

FLAVIO GALLOZZI – Il gesto creativo.

Le immagini realizzate da Flavio sono tanti diversi tipi di Ensō. Declinano il gesto in tutte le sfumature. Quelle austere della cerimonia del tè. Quelle essenziali richieste dal maneggio di una affilata spada giapponese. Quelle femminili della danzatrice. Per arrivare a quelle delicate dell’artista che usa la lacca oppure alle severe del calligrafo e, per chiudere il cerchio, molte altre.

Tutte immagini accumunate dal fare del gesto. Dal realizzare un qualcosa che dapprima è per chi lo realizza e in seguito diventa per chi lo sa capire ed apprezzare. FLAVIO GALLOZZI – Il gesto creativo.

 

Queste immagini fotografiche raffigurano un unico soggetto. Un cerchio deciso o frastagliato, ritratto e interpretato dalle qualità fisiche e morali delle persone che compaiono nelle fotografie.

Tante diverse raffigurazioni mostrate come sintesi di un qualcosa che tutte le accumuna e in contemporanea le differenza.

Flavio, le tue fotografie mi piacciono! Forse, perché l’hai capito, mi hai chiesto questo scritto.

 

Flavio Gallozzi – Nadeshiko le immagini della seduzione femminile in Giappone.

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Ukiyo-e Le fluttuanti stampe giapponesi

Ukiyo-e Le fluttuanti stampe giapponesi

Ukiyo-e Le fluttuanti stampe giapponesi.

Ukiyo-e Le fluttuanti stampe giapponesi.

 

É un articolo scaricabile in formato pdf scritto da Luca Piatti.

Un testo composto da 24 pagine che illustra tutti i principali aspetti inerenti le Ukiyo-e.

Sono descritte:.

La nascita delle incisioni Ukiyo-e.

La tecnica delle xilografie Ukiyo-e.

Le caratteristiche delle silografie Ukiyo-e.

Gli incisori delle stampe giapponesi Ukiyo-e.

Kitagawa Utamaro e Katsushika Hokusai.

Utagawa Hiroshige e Toshusai Sharaku.

Glossario dei termini inerenti le Ukiyo-e.

 

Scarica e leggi la tua copia gratuita.

 

 

Ukiyo-e è un vocabolo attinente alla lingua giapponese. Il termine indica tutte le immagini che provengono dal mondo fluttuante. Queste raffigurazioni sono tipiche forme d’arte appartenenti all’estetica del Giappone. Nella quale si affermano durante in periodo Edo.

Le Ukiyo-e sono delle stampe policrome. Realizzate con la tecnica della silografia. 

Danno una rappresentazione bidimensionale del soggetto. Quest’ultimo realizzato con linee sinuose. L’uso di tinte piatte e privo degli effetti di chiaroscuro.

Per lo più, il soggetto è tratto da scene della vita quotidiana. Anche se non mancano i ritratti. Sia maschili che femminili.

Le stampe policrome giapponesi iniziano ad arrivare in Europa attraverso i commerci intrappresi dalla Compagnia delle Indie. Sbarcano in Olanda e da lì iniziano la loro diffusione nel vecchio continente.

La diffusione delle Ukiyo-e in Europa è uno dei fattori che ha permesso la nascita del giapponesismo. Il correspettivo del termine in francese è japonisme oppure japonaiserie.

In Europa, nella seconda metà dell’Ottocento, si afferma il collezionismo dell’arte giapponese. Questo è reso possibile anche dalla forzata apertura dei porti giapponesi. Avvenuta nel 1853.

Le stampe ukiyo-e sono all’epoca fra le opere d’arte nipponiche quelle più collezionate.  Utamaro e Hokusai sono fra gli artisti giapponesi i più apprezzati. La loro lezione influenza le opere dei migliori artisti del periodo.

Gli insegnamenti delle Ukiyo-e sono rintracciabili nei quadri di:. Vincent Van Gogh,. Claude Monet,. Édouard Manet,. Edgar Degas,. Pierre-Auguste Renoir,. Camille Pissarro,. Gustav Klimt e molti altri.